Sulla ribalta del borgo di Porto Ercole, coronato da una imponente cortina difensiva, artiglio di falco, zampa di leone (Warren); hanno recitato la loro parte i grandi della storia e della cultura. Tra questi Pietro Landi, il Vecchietta, artista e architetto notevole, Francesco di Giorgio Martini, podestà del posto e ingegnere insigne, Alessandro Chigi, il Magnifico, mecenate dell’arte, che sul piazzale di S. Barbara si fece costruire un palazzo da Baldassarre Peruzzi. E poi Bernardo Buontalenti che vi giunse per edificare opere murarie tra cui una originale chiesa ovale alla Rocca che, oggi trascurata, attende di essere restaurata. Qui dal mare giunse a depredare uomini e cose il corsaro Keir el Din, il Barbarossa, e a far le sue battaglie marine l’ammiraglio Andrea Doria che a Porto Ercole consumò una vendetta crudele; per via di terra combatté il Marigliano (Jacopo dei Medici) che conquistò Porto Ercole. Su tutti si eleva la figura del genio assoluto, Michelangelo Merisi, il Caravaggio, uomo inquieto e inquietante, preda delle angosce ed esaltazioni dell’animo suo, ricercato o vessato dal potere, che qui, solo e malato, concluse la sua giovane e densa vita. E in tempi recenti meritano menzione Vincenzo Ricasoli, eroe della guerra di Crimea che nell’Ottocento impiantò in un luogo ameno del posto un giardino di acclimatazione di gran rinomanza e dagli anni ’60 del 900 fino a pochi anni fa la Regina d’Olanda, insieme alla famiglia, vi trascorse le proprie vacanze. Adesso un po’ di storia con le sue date e le sue dominazioni, che ovviamente collimano, in buona parte con quelle dell’Argentario.
Fu porto etrusco dedicato all’eroe della triade, che nell’antico stemma sparito, in piedi, si riposa appoggiato alla clava, tenendo strette le spoglie del leone Nemeo. Fu poi Portus Herculis in periodo romano. Nel 312 Costantino lo donò ad un ordine monastico e in seguito Carlo Magno lo concesse (805) all’Abbazia delle Tre Fontane di Roma, che lo infeudò agli Aldobrendeschi e per discendenza agli Orsini. Dal 1410 fu conquistato dal Comune di Siena. Nel 1557, a seguito della vittoria dei tosco – ispanici nella guerra di Siena, fu costituito lo Stato dei Presidi di Spagna. Nel 1801 fu assegnato al Regno d’Etruria, nel 1808 alla Francia napoleonica e infine con il congresso di Vienna (1815) fu conferito al Granducato lorenese di Toscana. In questi anni le fortezze persero le proprie prerogative, Porto Ercole si spopolò (nemmeno 300 persone), ma, ad un tiro di schioppo dall’antico borgo, in un luogo detto le Grotte per la presenza di ruderi antichi, si insediarono esperti e vivaci pescatori meridionali. Tra i due centri si instaurò un fiero e orgoglioso antagonismo, che il tempo e la crescente edificazione delle case ha annullato: oggi sono tutti fieri portercolesi. Per la cronaca il luogo seguì la sorte del nascente Regno d’Italia e della Repubblica, dopo la seconda guerra mondiale.

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