L'inverno sul Promontorio del Monte Argentario riporta subito alla mente la quiete ed il silenzio delle cale e delle spiagge, le porte chiuse degli stabilimenti balneari e dei servizi tipicamente estivi. In realtà è proprio in questo periodo che il territorio si riappropria di quel fascino austero e selvaggio che da sempre lo contraddistingue e che, durante l'estate, viene invaso dal calore del sole e dall'allegra confusione dei turisti.
Ecco che i lidi sabbiosi e le cale tornano ad essere domìni della natura dove poter passeggiare e assaporare l'odore di salmastro che riempie l'aria o godere dello spettacolo delle mareggiate che, indomabili, lascia senza fiato. Se capita di scendere fino alla Cala delle Cannelle durante una di queste, non sarà raro individuare, fra le onde, surfisti che si destreggiano, giocando con la potenza del mare.
Chi ama camminare non conosce stagione perché in ciascuna la sentieristica del territorio presenta caratteristiche differenti e l'inverno è l'ideale per la corsa podistica organizzata fra i boschi e la macchia mediterranea che ricoprono il promontorio.
L'inverno è anche la stagione migliore per lo specchio marino che circonda il promontorio che, grazie alla posizione ed ai venti, diventa la sede perfetta per le numerose regate e campionati di vela ai quali partecipare ma anche ammirare seduti in veranda oppure lungo la Strada Panoramica in una giornata di sole, non dimenticando però pesanti sciarpe perché, se l'aria promette freddo, il Maestrale giungerà presto spazzando via le nubi e offrendo una visione nitida e unica di tutta la costa maremmana.
A dicembre, la tradizione del presepe vivente, sia nei vicoli del centro storico di Porto Ercole che in quelli di Porto S. Stefano, è un appuntamento dal fascino particolare che mescola devozione e storia antica e invita a scoprire angoli caratteristici dei due piccoli borghi.
L'allegria del Carnevale, assaggio della primavera che si sta preparando a sbocciare, sul promontorio non è solo legata al chiasso e al gioco dei piccoli ma, di recente, anche al ritorno della maschera Sciornia, unica nel suo genere, e alle sfilate di maschere uscite fuori, non dalla tradizione carnevalesca, ma dagli armadi delle nonne e da vecchi bauli chiusi in soffitta, rievocando stili e pettinature passati e, proprio per questo, capaci di scatenare l'ilarità generale.
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