Il titolo di Sant'Erasmo la Chiesa parrocchiale di Porto Ercole lo acquisì assai per tempo. Intorno al 1444 il re Alfonso V d'Aragona per ripopolare questa Terra devastata da guerre ed epidemie fece portare dalla Campania un foltissimo numero di coloni. Fra questi i più numerosi erano del territorio di Formia e Gaeta. In questa città da secoli si era affermato il culto di Sant'Erasmo perché gli abitanti della vicina città di Formia vi avevano cercato rifugio a causa delle continue scorrerie dei pirati saraceni. A Porto Ercole, in ogni tempo, Sant'Erasmo è stato celebrato con molte cerimonie sia religiose che civili. Fra queste ultime, quella più originale e singolare, molto apprezzata dalla gente del posto, è il "Volo della Capra". Per preparare “il volo della capra” è necessario tendere un lunghissimo cavo, fra un punto, il più alto possibile del Forte La Rocca e un altro appiglio, il più lontano possibile dal primo, a livello del mare. Poi, in alto, al punto di partenza, si posiziona sul cavo un “marchingegno” assai somigliante ad una capra, che lasciato libero di scendere lungo il cavo, lascia dietro di sé piccoli fuochi di artificio, coriandoli e striscioline di carta colorata. La “Capra” finiva per esplodere alla fine della sua corsa, dopo aver percorso lungo il cavo un ampio arco aereo, fra i commenti e il mormorio degli spettatori. Oggi per ovviare al pericolo di incendi il Volo della Capra non viene più effettuato, se non in maniera molto saltuaria. A Port’Ercole se mai fu usanza di far volare una vera capra questa si perse assai per tempo. Anche le persone più anziane hanno sempre assistito al volo di un fantoccio e l’abitudine di sacrificare una capra vera ha il sapore della favola: tutti potrebbero giurare che fu così, ma nessuno appunto lo ha mai visto. Fra le cerimonie religiose, oltre naturalmente ai consueti riti liturgici, quella più seguita e attuale è la "Processione a mare".
Nel pomeriggio del 2 giugno una processione, con grandissima partecipazione di fedeli, scende dalla vecchia chiesa percorrendo le viuzze dell'antico borgo sino al porto. Un busto ligneo di Sant'Erasmo, portato a spalla, viene imbarcato su un peschereccio che attende ormeggiato al molo di Le Grotte, adornato da festoni di fiori e da una grande luminaria. Vi prendono posto il Vescovo, il clero e molte autorità civili. Appena "la barca col Santo" lascia l'ormeggio, un gran numero di imbarcazioni la segue. Uscite tutte dal porto eseguono un ampio cerchio in mare, poi si fermano e dalla barca col Santo vengono lanciate in mare delle corone di fiori a ricordo di tutti i caduti in mare. Poi il ritorno in porto accompagnato dal suono delle sirene di bordo e numerosi fuochi artificiali. Un documento, datato 2 aprile 1786, è la testimonianza più antica di “una processione a mare” effettuata con la partecipazione del Vescovo in visita pastorale alla parrocchia di Port'Ercole e fa risalire la pia cerimonia a qualche anno anteriore (1786) alla Rivoluzione francese (1789). La cerimonia fu ripresa il 7 maggio 1840 e così pure il 18 maggio 1851. Soltanto dal 1898 la cerimonia della processione a mare fu ripresa e costantemente ripetuta, ogni anno, il 2 giugno. Sospesa per qualche anno durante la seconda guerra mondiale, col cessare delle ostilità, riprese con maggior vigore nel ricordo dei tanti pescatori che persero la vita in mare, per lo scoppio di mine che, nei primi anni del dopoguerra, si impigliavano numerose nelle reti.

Alessandro Ferrini

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