In una tavola imbandita si può leggere ed interpretare l'intera storia di un territorio. È come un quadro che racconta la vita della gente che lo vive, delle tradizioni popolari radicate nel cuore e nell'anima e degli usi familiari che si tramandano di generazione in generazione resistendo con determinazione alle contaminazioni moderne. Su quella del Promontorio dell'Argentario il pesce è sicuramente l'elemento principale; è apprezzato nelle ricette classiche e in quelle, più originali, provenienti dalle tradizioni familiari come il caldaro ma è anche vivace e dall'intenso sapore marino in quelle semplici dei pescatori dai quali proviene il modo di essiccare il pesce Melù, conosciuto qui come Ficamaschia. Alla varietà del pesce e delle sue ricette ben si unisce l'olio fresco e gentile prodotto sui versanti assolati mentre è il vino ansonaco, tipico delle terre d'acqua, ad aggiungere forza e corposità.
Dalla tradizione e dai quaderni di ricette gelosamente conservati dalle massaie provengono i dolci, legati alle festività. Il loro compito era quello di portare gioia e dolcezza alla tavola, così sono nati la pagnottella nel periodo natalizio e la schiaccia di Pasqua ma anche gli Stinchi di morto ed il "Coroglio 'gnorante", in passato principalmente sulla tavola degli sposi ma oggi da assaporare tutto l'anno.
Sedetevi... e imparate a gustare i frutti della creatività.
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